Libri Consigliati

30 settembre 2009

Monumenti di Roma: Il Foro Romano

Con la descrizione dei Monumenti di Roma sono partito dal monumento simbolo di Roma, il Colosseo, e ho voluto procedere come in una passeggiata virtuale, passando prima davanti all'Arco di Costantino e proseguendo attraverso la Via Sacra per raggiungere il primo monumento del Foro Romano: l'Arco di Tito, dedicato all'imperatore Tito.

Prima di vedere insieme tutti i monumenti che fanno parte del Foro (Forum in latino, anche se i Romani lo conoscevano come Forum Magnum), vorrei fare una panoramica su questo fantastico sito archeologico,che per anni è stato il punto nevralgico della vita politica, commerciale ed economica di Roma, ma che inizialmente, prima della bonifica completa eseguita nel VII sec. a.C. (la famosa costruzione della Cloaca Maxima, voluta dal re Tarquinio Prisco), era una valle paludosa e inabitata.

Le prime edificazioni, che risalgono al VI secolo a.C., erano i monumenti arcaici del Comizio, la sede politica più antica di Roma. L'ultimo monumento è quello invece conosciuto come la Colonna di Foca, edificata nel 608 d.C. per onorare l'imperatore Foca.

Con la decadenza dell'Impero Romano, il Foro perse il suo prestigio e i monumenti, distrutti anche dalle numerose invasioni barbariche (specialmente nel 410, ad opera dei Goti, e del 455, ad opera dei Vandali) furono abbandonati al decadimento o usati come cave per altre costruzioni. Assumendo il nome di "Campo Vaccino", il Foro divenne un campo adibito ai pascoli o alle semine e si interrò man mano fino a scomparire quasi del tutto.

Ecco come appariva il foro nel XVII secolo, in un dipinto di Claude Lorrain, quando erano ancora parzialmente visibili solo le sommità del Tempio di Nettuno, del Tempio di Vesta, l'Arco di Settimio Severo e pochi altri:


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Soltanto all'inizio del XX secolo, il Foro fu oggetto di numerosi scavi di recupero che riportarono alla luce uno dei complessi archeologici più importanti della Roma dei re, di quella repubblicana e di quella imperiale.

Ecco alcuni dei monumenti principali, facilmente localizzabili sulla mappa (la parte bassa della mappa raffigura il lato del Foro adiacente alla valle del Colosseo, mentre la parte più alta è quella ai piedi del Campidoglio, alle spalle del Vittoriano:




Questo è il Foro così come appare oggi:


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Così è come appariva 2000 anni fa:





Se vuoi visitare il Foro Romano, di seguito trovi alcune info.


Orario

Dal 2 gennaio al 15 febbraio ore 8:30-16:30
Dal 16 febbraio al 15 marzo ore 8:30-17:00
Dal 16 al 29 marzo ore: 8:30-17:30
Dal 30 marzo al 31 agosto ore 8:30-19:15

Dal 1 al 30 settembre ore 8:30-19:00

Dal 1 al 25 ottobre ore: 8:30-18:30
Dal 26 ottobre al 31 dicembre ore: 8:30-16:30

Chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio 2008

Prezzi: Intero: € 9,00 Ridotto: € 4,50, Gratuito fino a 18 e oltre 65 anni UE


Il biglietto è valido due giorni e consente l’accesso alle aree del Foro Romano e del Palatino, al Colosseo e alle Mostre all'interno del Colosseo.


Biglietto intero € 9,00 + 3,00 supplemento mostre

Biglietto ridotto € 4,50 + 3,00 supplemento mostre

Telefono: 0039 06 699841 - 06 3996770

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29 settembre 2009

Storia in Pillole: dall'unione con i Sabini alla morte di Romolo

Romolo, dopo aver fondato la Città e organizzato il Ratto delle Sabine, si trovò ad affrontare la reazione dei Sabini che entrarono in Roma grazie all'aiuto di Tarpea.

Dopo tre anni di scontri e l'azione delle donne sabine che, con il loro gesto, convinsero le due parti a terminare i combattimenti, a Romolo fu tributata la vittoria e i cittadini organizzarono una festa in suo onore con balli canti e marce trionfali, le prime marce di trionfo dell'Urbe.

I due popoli passarono alla riconciliazione formando una sola nazione grazie al suggerimento di Romolo che decise di unirsi ai Sabini dopo aver considerato la loro abilità nella guerra.
La città mantenne il nome di Roma, ma i romani presero l'appellativo di Quiriti, dalla città di Cures.

Roma ebbe quindi due re, con gli stessi poteri. Il popolo fu suddiviso in tre tribù principali, in 30 curie, formate dai gruppi famigliari che abitavano nei dintorni e, con l'immissione dei Sabini crebbe da 100 a 200 il numero dei patres. Le assemblee in cui si riunivano erano chiamate Comitia Curiata.
Da questa suddivisione nacque il Senato.

L'esercito, invece, era costituito da 3000 fanti a piedi (Milites) riuniti nella prima Legione e 300 cavalieri (Celeres), organizzati secondo la disposizione della falange greca.

Roma cominciò quindi a non essere un semplice assembramento di capanne e tuguri, ma cominiciò ad avere sempre più le sembianze di una vera città.
I due re allargarono i confini di Roma dal Palatino fino a includere il colle che verrà chiamato in seguito Quirinale e il Celio, e prosciugarono la valle ai piedi del Campidoglio per iniziare a edificare il Foro.

Romolo e Tito Tazio assunsero sembianze divine e, incoronati da corone di alloro e avvolti in mantelli color porpora, si spostavano tra la folla su immense quadrighe, circondati e scortati ciascuno da dodici atleti dallo sguardo fiero e fisico statuario.

Tito Tazio, però, morì pochi anni dopo, forse assassinato dagli uomini di Lavinio, e a Romolo tornò il pieno potere su Roma anche se dovette affrontare una prova durissima: Roma incontrò diversi anni di disastri e pestilenze.
Romolo cercò di mantenere il controllo sulla situazione parlando continuamente al popolo in continue assemblee popolari e dividendo il territorio in parti uguali secondo un rigoroso concetto di uguaglianza, anche se divise, però, anche il popolo secondo le origini. Creò così due ordini diversi: i Patrizi (le famiglie appartenenti ai primi patres), a cui vennero affidate le cariche istituzionali, e i Plebei (il resto della popolazione) che gestivano tutte le altre attività

Attenzione, è un errore comune pensare ai Partizi e Plebei come ai Ricchi e ai Poveri. Ciò che contrastingueva ciascun ordine era la sua origine, non la ricchezza. Era molto comune, infatti, incontrare Plebei molto ricchi, anche perché erano coloro i quali facevano girare l'economia romana (artigiani, commercianti, agricoltori, ecc).

A trentasette anni dalla fondazione di Roma, a soli cinquantadue anni di età, durante un forte temporale nel bel mezzo di un'eclissi solare, Romolo scompare nel nulla dopo aver parlato ai suoi soldati schierati nella palude della Capra (Campo Marzio), impegnati nella guerra contro le città di Fidene e Veio.

Secondo l'amico Proculo Giulio (il più antico appartenente alla gens Giulia), che sostenne di aver incontrato lo spirito di Romolo nel Foro, il re era asceso al cielo sul carro di Marte, essendo suo figlio, per divenire il protettore dei Romani, un popolo destinato a esistere per sempre.

"Stamattina o Quiriti, verso l'alba, Romolo, padre di questa città, è improvvisamente sceso dal cielo e apparso davanti ai miei occhi. [...] Va e annuncia ai Romani che il volere degli Déi è che la mia Roma diventi la capitale del mondo. Che essi diventino pratici nell'arte militare e tramandino ai loro figli che nessuna potenza sulla Terra può resistere alle armi romane." (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 16.)

In realtà, sembrerebbe che Romolo sia stato ucciso da alcuni cospiratori del Senato e che, contrari alla sua idea di monarchia assoluta, lo abbiano trucidato, smembrato, portato fuori dal senato in brandelli nascosti sotto le toghe e seppellito in diversi punti della Città.

L'esistenza di Romolo è stata sempre oggetto di discussione tra gli storici e messa in dubbio numerose volte, ma la vicenda è stata rivalutata in seguito alle scoperte dell'archeologo Andrea Carandini che hanno offerto una ricostruzione delle prime fasi della vita della città di Roma rivelatesi simili a quanto trasmesso dal racconto tradizionale sulla fondazione e le vicende dell'età monarchica.




(Nella foto: Romolo conquistatore di Acron, Jean-Auguste-Dominique Ingres)

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28 settembre 2009

Hic et Nunc: Vivere nel Presente e l'arte di saper oziare

Continua la serie di post dedicata al concetto di "Hic et Nunc" ovvero "Qui e Ora", un modo di vivere e di pensare che condivido appieno e che sto mettendo in atto per migliorare me stesso e la mia vita.

Vivere il Presente permette anche di essere protagonisti della propria vita e non guardarla da spettatori.

Ho letto un libro molto interessante su questo argomento, "Le Gioie dell'Ozio" di P. Sullivan, che offre un punto di vista diverso sull'ozio, concepito come una nobile attività e non come il padre dei vizi. Qui l'Ozio è considerato un atteggiamento naturale e positivo per la persona che lo pratica in modo salutare, con l'intento di costruirsi, mediante esso, una vita all'insegna dell'armonia e della serenità.

Secondo il pensiero dell'autore, attraverso l'Ozio, abbiamo la possibilità di dedicarci a noi stessi, alle attività che ci rendono felici davvero e ci permettono di liberare tutte le endorfine possibili per farci stare bene e avere un approccio più positivo nei confronti della vita. Oziare in modo salutare non è perdita di tempo, come siamo abituati a pensare, ma un modo per godere pienamente del proprio tempo libero, ritrovando la gioia di essere se stessi.

Il libro è suddiviso in 97 capitoli brevi e leggeri, scritti in un linguaggio molto semplice e scorrevole, che l'autore chiama "spicchi" proprio perché possono essere letti dall'inizio alla fine o "piluccati qua e la", come si ha voglia, secondo il desiderio del momento. Sono raggruppati in tre principali categorie:

- Le gioie dell'Ozio: piccoli momenti da vivere in completa oziosità
- La FilOZIOfia: l'ozio da un punto di vista teorico
- I Grandi e l'Ozio: aneddoti e storie di personaggi storici che nell'Ozio hanno trovato la loro fulminante intuizione (es. Newton ha avuto l'intuizione della forza di gravità mentre si rilassava all'ombra di un melo).




Rallentare, in un mondo così frenetico, è un antidoto contro stress e un buon metodo per abbracciare la filOZIOfia dell'autore. Ritagliare un momento della giornata per rilassarsi, meditare, lasciando che i problemi stiano un po' lontani da noi, ci darà la carica per affrontarli e risolverli. Perché, ricordo, che ogni problema ha una soluzione e un problema non è altro che una situazione da risolvere.

Ho scoperto il sito di un'associazione senza scopo di lucro, chiamata Vivere con Lentezza, che basa la sua filosofia proprio sul "rallentare quando possiamo e correre quando dobbiamo" offrendo spunti di riflessione e veri e propri "comandaLenti" per gestire il proprio tempo in funzione di uno stile di vita migliore. 

I 14 comandalenti
I nostri primi 14 comandalenti, per trovare la velocità giusta nella vita

1) Svegliarsi 5 minuti prima del solito per farsi la barba, truccarsi o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria.
2) Se siamo in coda nel traffico o alla cassa di un supermercato, evitiamo di arrabbiarci e usiamo questo tempo per programmare mentalmente la serata o per scambiare due chiacchiere con il vicino di carrello.
3) Se entrate in un bar per un caffè:ricordatevi di salutare il barista, gustarvi il caffè e risalutare barista e cassiera al momento dell'uscita(questa regola vale per tutti i negozi, in ufficio e anche in
ascensore)
4) Scrivere sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara...
5) Quando è possibile, evitiamo di fare due cose contemporaneamente come telefonare e scrivere al computer...se no si rischia di diventare scortesi, imprecisi e approssimativi.
6) Evitiamo di iscrivere noi o i nostri figli ad una scuola o una palestra dall'altra parte della città
7) Non riempire l'agenda della nostra giornata di appuntamenti, anche se piacevoli, impariamo a dire qualche no e ad avere dei momenti di vuoto.
8) Non correte per forza a fare la spesa, senz'altro la vostra dispensa vi consentirà di cucinare una buona cenetta dal primo al dolce.
9) Anche se potrebbe costare un po' di più, ogni tanto concediamoci una visitina al negozio sottocasa, risparmieremo in tempo e saremo meno stressati.
10) Facciamo una camminata, soli o in compagnia, invece di incolonnarci in auto per raggiungere la solita trattoria fuori porta.
11) La sera leggete i giornali e non continuate a fare zapping davanti alla tv.
12) Evitate qualche viaggio nei week-end o durante i lunghi ponti, ma gustatevi la vostra città, qualunque essa sia.
13) Se avete 15 giorni di ferie, dedicatene 10 alle vacanze e utilizzate i rimanenti come decompressione pre o post vacanza.
14)Smettiamo di continuare a ripetere:"non ho tempo". Il continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti.
 
... e i 7 comandalenti in cucina
 
1) Il cibo è la tua prima medicina: insegna Ippocrate... crediamoci!
2) La poesia del cibo inizia quando facciamo la spesa: scegliamo prodotti di stagione e di qualità. Se vogliamo risparmiare diminuiamo la quantità: che è anche un'ottima scelta per controllare colesterolo e peso.
3) E' scientificamente provato che l'acqua non bolle prima se continuiamo a osservarla: quindi senza fretta appassioniamoci alla preparazione della nostra cenetta e apparecchiamo con cura la tavola, un fiore?
4) Utilizziamo tutti i nostri sensi per godere dei singoli ingredienti: la vista, il tatto, l'olfatto, il gusto ... anche l'udito (i rumori della cucina fanno tanto casa e calore!).
5) Gustiamo ogni forchettata e ogni piccolo sorso di quel vino che, anche se da incompetenti, avremo scelto con amore e cura.
6) Evitiamo il "due in uno"! Se mangiamo non telefoniamo, se telefoniamo non mangiamo.
7)Non precipitiamoci ... il cinema, la lavastoviglie, l'ultimo ritocco al computer, ecc. aspettano

Dal libro di Sullivan:

"L'esistenza non è altro che un'infinita raccolta di momenti meravigliosi da immortalare e godere in piena consapevolezza."
Nei prossimi post di Roma Docet, dedicati al concetto di "Hic et Nunc" parlerò di alcuni metodi che aiutano a rilassarsi (non solo si è sotto pressione) e combattere lo stress.

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(foto: Into the Wild)

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27 settembre 2009

Un'immagine, zero parole.





Relax...

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26 settembre 2009

Monumenti del Foro Romano: L'arco di Tito

Procedendo per un immaginario percorso a piedi, partendo dal Colosseo e passando davanti all'Arco di Costantino, imbocchiamo idealmente la via Sacra per entrare nel magnifico Foro Romano.
Il primo monumento che vediamo sormontare la via è un favoloso arco di trionfo, molto più piccolo di quello di Costantino, ma non meno affascinante: l'Arco di Tito.

Scopriamo che l'Arco è stato dedicato all'imperatore Tito leggendo l'epigrafe del lato verso il Colosseo. Molto probabilmente l'Arco gli fu dedicato dopo la morte (81 d.C) dal fratello e successore Domiziano per commemorare la battaglia giudaica del 70 d.C.
Tito viene menzionato infatti come "Divus"

L'arco, posto sulle pendici settentrionali del Palatino, nella parte occidentale del Foro di Roma, è costituito da una sola fornice (arcata) ed è alto 5,40 metri, largo 13,50 e profondo 4,75. Il suo rivestimento è completamente di marmo pentelico e presenta sulle fronti quattro semicolonne con capitelli compositi.

La scultura esterna presenta due figure di Vittorie su globi, la Dea Roma e il Genio del popolo Romano sulle chiavi di volta e un fregio col Trionfo di Vespasiano e Tito sui Giudei sull'architrave.

All'interno una formella al centro della chiave di volta cassettonata contiene il rilievo dell'Apoteosi di Tito.

Sul lato nord sono raffigurati Portatori di Fasci Littori che precedono l'Imperatore incoronato da una Vittoria.

Sul lato sud, invece, vi è raffigurato un Corteo che passa attraverso la porta triumphalis.

Fu restaurato nel 1823 da Raffaele Stern (architetto, 1774-1820) e Giuseppe Valdier (architetto, 1762-1839), poi nel XVI secolo sotto il pontifcato di Paolo II e Sisto IV e successivamente fu inglobato nel convento di Santa Francesca Romana.
I lavori eseguiti nel 1901 abbassarono il livello stradale, mettendo alla luce le fondamenta.

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25 settembre 2009

Eventi: Roma sotterranea pulita per Legambiente


ROMA SOTTERRANEA partecipa anche quest'anno all'iniziativa "Puliamo Roma", mettendo a disposizione le conoscenze di progressione su corda dei propri associati, i quali nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 si caleranno dallo storico Ponte Sisto per ripulire i bastioni del ponte stesso da bottiglie e altri rifiuti.

L'operazione viene svolta con il patrocinio del Comune di Roma, Sovraintendenza ai Beni Cultiurali.
Saranno lieti di ricevere una vostra visita sabato o domenica fra le 09.00 e le 18.30 per assistere alle operazioni di pulizia e di discesa su corda.

Qui il link nel quale sono illustrate le fasi di pulizia del Ponte svoltesi nel 2008 nell'ambito della stessa iniziativa

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I fantasmi a Roma

Roma, nonostante i suoi 3000 anni di Storia, non vanta una tradizione di spettri e apparizioni varie come può farlo, ad esempio, una città come Torino.

Tuttavia, alcuni spiriti famosi, a volte anche bizzarri, popolerebbero la Città Eterna e, già nel medioevo, il Colosseo fu lo scenario di alcune apparizioni. Considerato una delle porte degli inferi, si pensava che nella sua valle si aggirassero le anime di chi aveva perso la vita nell'Anfiteatro. Qualche anno fa, addirittura, alcuni turisti giurarono di aver visto alcune bestie spettrali aggirarsi all'interno dei cancelli di sicurezza.

Nel Campo Marzio qualcuno sostiene che a mezzanotte si darebbero appuntamento tutti gli spiriti buoni.

Ma vediamo di seguito le apparizioni romane più famose.

Una delle più antiche"anime senza pace" è senza dubbio quella di Messalina, moglie dell'imperatore Claudio (regno 41-54 d.C.), che vagherebbe all'alba sul Colle Oppio in cerca ancora di avventura, vista la sua propensione di cercarne quando era ancora in vita.

Poi c'è Berenice, amante di Tito (regno 79-81 d.C), accusata in vita di stregoneria, che apparirebbe presso il Portico d'Ottavia proprio per cercare l'anima del suo amato imperatore.

Parrebbe invece che il fantasma di Beatrice Cenci appaia sul Ponte s. Angelo, davanti a Castel s.Angelo, tenendo tra le mani la sua testa. Beatrice fu infatti giustiziata con l’accusa di parricidio, ma considerata in seguito una sorta di eroina popolare.

Il fantasma di Donna Olimpia Pamphilij, moglie di Pamphilio Pamphilj e cognata di papa Innocenzo X, ama spaventare con la sua carrozza trainata da cavalli neri chi passeggia in Piazza Navona di notte. I Romani hanno sempre odiato la donna, tanto da soprannominarla "la papessa", o anche "la Pimpaccia di piazza Navona", e a lei hanno dedicato una celebre pasquinata:

"Chi dice donna, dice danno,
chi dice femmina, dice malann
chi dice Olimpia Maidalchina,
dice donna, danno e rovina."

Il marchese Luca de Marchettis, morto suicida nel '700 dopo essersi gettato dalla finestra della sua villa, apparirebbe ancora nella zona del Monteverde. Alcuni sostengono che dalla villa, oggi deserta e completamente coperta da piante rampicanti e erbacce, provengano rumori o si vedano dei bagliori di luce di notte. Molte volte si sentirebbe il tonfo della caduta che gli fu fatale.

Mastro Titta, il celeberrimo boia di Roma che eseguì oltre 500 condanne a morte tra il XVII e il XIX secolo (tra cui quella di Targhini e Montanari) in quasi 70 anni di carriera, pare che ami aggirarsi la mattina presto (l’ora delle esecuzioni), con il suo tabarro rosso, davanti alla chiesa di s. Maria in Cosmedin, a Piazza del Popolo, a Piazza di Ponte s. Angelo (luoghi dove avvenivano le esecuzioni) offrendo del tabacco ai visitatori, come faceva con i condannati che stava per giustiziare.

Inoltre, c'è la possibilità di incontrare il fantasma del poeta britannico Keats, deceduto nel 1821 a soli 26 anni di tubercolosi, nella casa in cui abitò prima della sua morte. L'abitazione, ora museo dedicato a lui e a Shelley, è in Piazza di Spagna al numero 26.

Più recente è infine il fantasma del re Umberto I, ucciso a Monza nel 1900 e sepolto all'interno del Pantheon insieme a Vittorio Emanuele II e Raffaello Sanzio. Pare che la sua anima si mostri, di tanto in tanto, proprio all'interno del Pantheon. Famosa è la sua apparizione del 1930, quando affidò un messaggio segreto a un carabiniere di guardia alla sua tomba.
Il contenuto del messaggio non è mai stato rivelato.

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24 settembre 2009

Giocare con l'Impero Romano: Travian

Inizia oggi, con questo post, una serie dedicata ai videogiochi ispirati al mondo di Roma Antica.


Avete in mente di conquistare il mondo, ispirandovi ai grandi imperatori o ai grandi conquistatori? Allora il gioco giusto per voi è Travian.

Travian è un videogioco per browser, prevalentemente gratuito e completamente on line.

L'ambientazione è immaginaria, popolata da tribù di Romani, Galli o Teutoni, e ogni giocatore può scegliere liberamente uno di questi popoli al momento della registrazione a seconda della propria stragtegia. Ogni popolo, infatti, ha caratteristiche differenti.

Il concetto del gioco è semplice: viene assegnato un villaggio da gestore e sarà il giocatore a mettere in atto tutte le strategie per farlo accrescere, curando l'aspetto economico e militare (si hanno a disposizione una grande varietà di soldati, macchine da guerra e ambasciatori).




Lo scopo del gioco è accumulare i punti cultura e espandere il proprio territorio, fino alla conquista di un artefatto (tesoro)
L'ultima versione del gioco è la 3.5, e la registrazione è effettuabile a questo indirizzo.

Link al gioco: http://www.travian.it/

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23 settembre 2009

Visitare Roma in due giorni

Hai soltanto due giorni per visitare Roma?
Da appassionato, potrei dirti che 2 giorni sono davvero pochissimi. Tuttavia, seguendo alcune indicazioni, è possibile vedere il meglio della Città Eterna e appuntare alcune tappe da cui partire per approfondire la visita in un secondo momento.

L'Itinerario che ti propongo di seguito (collaudato personalmente!) è molto intenso, ma ti permette di vedere i luoghi più importanti, conoscendo due o tre caratteristiche principali che li contraddistinguono...

Qui è disponibile un riassunto schematico (in formato .pdf stampabile) di ciò che ti propongo oggi.

PRIMO GIORNO

Ammesso che l'arrivo a Roma sia previsto in mattinata e che la partenza per la sera successiva, ti consiglio di prenotare un alloggio in zona Termini (qui un elenco), la zona più comoda per spostarsi agilmente con i mezzi pubblici. Hai a disposizione le due metropolitane (A e B) e numerose fermate per gli autobus che ti condurranno praticamente ovunque.

Dopo aver lasciato le valigie in albergo, raggiungi la stazione Termini e prendi la metro B e scendi al Circo Massimo. Da qui prendi la bellissima via di San Gregorio fino all'Arco di Costantino, passando tra il colle Celio (sulla destra) e il Palatino (sulla sinistra).

Oltre l'Arco di Costantino, troverai il Colosseo. Ti consiglio di fare un giro all'esterno, godendo della vista dei suoi archi e della sua maestosità, immaginando come avrebbe potuto essere 2000 anni fa (foto) e notando come le diverse entrate siano numerate da numeri romani, proprio come oggi. Poi entra e lasciati cogliere dalle emozioni, immaginando come gli spettacoli animassero la folla sugli spalti.

Poi torna all'Arco di Costantino e, oltre, troverai la Via Sacra: percorrila tutta. Essa ti porterà attraverso i monumenti antichi del Foro Romano, partendo dall'Arco di Tito. La via sacra era usata, ai tempi, per le parate trionfali.

Quando hai finito la visita del Foro, esci dalla parte opposta all'Arco di Tito. La strada passa proprio accanto al Tempio di Nettuno e al Miglio Aureo.

Sicuramente, l'uscita dal foro coinciderà con l'ora di pranzo. Lì vicino, in via dei Fienili, 56 puoi trovare l'Hostaria al Campidoglio. Te la consiglio: si mangia bene, non costa molto, e puoi godere di un'ottima vista sul Foro. Si possono gustare piatti della tradizione romana e italiana con una predilezione per le paste fresche e le gustose ricette esclusive.

Poco distante puoi raggiungere la Piazza del Campidoglio, disegnata da Michelangelo, con al centro la statua equestre (una copia) dell'imperatore Marco Aurelio (impero dal 161 al 180). L'originale si trova, invece, insieme a centinaia di altre opere nei Musei Capitolini, la cui entrata è proprio sulla piazza.

Accanto alla scalinata del Campidoglio (scendendo, sulla sinistra) - e questa è una cosa che può passare inosservata al turista distratto - c'è l'Insula dell'Ara Coeli, una costruzione di cinque piani risalente al I secolo d.C. perfettamente conservata. Praticamente l'antenata dei nostri condomini.

La piazza in cui ti trovi, con l'ampia rotatoria trafficata, è la famosa Piazza Venezia, punto di incontro di tre vie principali: Via dei Fori Imperiali, Via del Corso, Via del Plebiscito. La piazza è divenuta famosa per essere stata utilizzata da Mussolini per i suoi discorsi pubblici, tra cui quello del 1940 in cui comunicò l'entrata in guerra dell'Italia.

Accanto al Campidoglio, dominando la piazza, si erge il monumento in stile "neoclassico" dedicato a Vittorio Emanuele II. La costruzione, denominata semplicemente "Il Vittoriano", fu inaugurata il 4 giugno 1911.
Sulla scalinata frontale del Vittoriano puoi ammirare l'Altare della Patria con il monumento dedicato al Milite Ignoto.

Dopodiché, imbocca la Via di Fori Imperiali, incontrando sulla sinistra: il Foro di Traiano con la colonna traiana e i mercati traianei, il Foro di Augusto, il Foro di Nerva e, prima della valle del Colosseo, si passa dall'area del Foro della Pace voluto da Vespasiano.
Sulla destra, invece, tra il viale e l'area del Foro Romano, si trovano i resti del Foro di Cesare.

Prima di sbucare sulla Valle del Colosseo, volgi lo sguardo verso il muro alla tua destra. Troverai quattro tavole raffiguranti le quattro fasi dell'espansione di Roma, dalla sua fondazione alla sua massima espansione con Traiano.

Sulla sinistra trovi la fermata della metropolitana che ti riporterà a Termini.

Per la sera, ti consiglio un altro ristorante molto buono ed economico (qui la tradizione romana è assicurata) con un nome molto particolare: "Gioia Mia Piscia Piano". Per arrivarci, prendi la metro A e scendi a Barberini. Qui trovi una bellissima piazza con la celebre Fontana del Tritone, realizzata nel 1642 da Gian Lorenzo Bernini.
Prendi via degli avignonesi e, al numero 56 trovi il ristorante.

Quando esci, segui la mappa che ti porta in Piazza di Spagna, con la famosa "Barcaccia" di Pietro Bernini (padre di Gian Lorenzo) e la scalinata di Trinità dei Monti. Dopodiché il percorso ti porta alla splendida Fontana di Trevi, una delle più celebri fontane del mondo, progettata da Nicolò Salvi e adagiata su un lato di Palazzo Poli.
Non dimenticare di lanciare la monetina! 

Poi prosegui per raggiungere Piazza Navona, costruita sulla struttura dell'antico Stadio di Domiziano (i resti sono visibili da via Zanardelli) e ospitante la famosa Fontana dei Quattro Fiumi, sempre del Bernini. Di fronte alla fontana si erge il Palazzo Pamphilj.




SECONDO GIORNO

Prendendo la Metro A, bisogna scendere alla fermata Ottaviano o Cipro - Musei Vaticani.

Segui la mappa del tragitto che puoi visualizzare qui e raggiungi i Musei Vaticani, dove tra le numerose opere d'arte (tra cui le stanze di Raffaello), hai la possibilità di rimanere entusiasta di fronte all'immensità artistica della Cappella Sistina (ti consiglio di arrivare all'ingresso molto presto: la coda che si forma diventa esageratamente lunga già nelle prime ore).
Quando esci, puoi recarti direttamente a Piazza San Pietro, la piazza barocca, centro del cattolicesimo, circondata dal colonnato del Bernini e l'obelisco al centro, di fronte al quale si erge la Basilica di San Pietro.
All'interno, oltre alla Basilica, è possibile salire gli oltre duecento scalini per arrivare sulla cupola (er cupolone) da cui si ammira tutta Roma.

Dopodiché, uscendo dalla basilica, vai a destra, supera le guardie svizzere piantonate all'ingresso del Vaticano e sali sul colle Gianicolo. Una navetta ti porta direttamente sulla sommità del colle e da lì puoi godere di uno dei più suggestivi panorama della Città Eterna.

Dal Gianicolo, dirigiti verso Castel Sant'Angelo, anticamente usato come dimora papale, nonché ultima tappa del nostro itinerario.

A questo punto, il nostro percorso finisce. Puoi riprendere la metropolitana alla fermata Ottaviano e tornare a Termini, oppure uno degli autobus che ti portano comunque in stazione o a una delle fermate delle due metropolitane.

Se ti avanza del tempo, ti consiglio di fare una visita al Time Elevator, vicino piazza Venezia: con uno spettacolo di circa 40 minuti hai la possibilità di viaggiare nel tempo e di scoprire tutte le fasi della Storia di Roma, dalla fondazione ai giorni nostri. Un emozionante riassunto di tutto ciò che hai visto in questi due intensi giorni nelle meraviglie della Città Eterna.


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22 settembre 2009

La reazione dei Sabini, Tarpea e la nuova alleanza

Dopo che Romolo ebbe ucciso il fratello Remo, e fondato Roma nel 753 a.C., e dopo aver comandato il rapimento di tutte le ragazze vergini nel famoso episodio del Ratto delle Sabine, avvenne che i Sabini, offesi dall'oltraggio, dichiararono guerra ai Romani, attaccando l'Urbe poco dopo.

In questa vicenda si distinse la figura di Tarpea, una ragazza che, quando i Sabini attaccarono Roma, favorì il loro ingresso in città, aprendone le porte.

A seconda della versione, Tarpea viene vista come un'eroina o una traditrice:

Versione della traditrice: Tarpea aprì le porte alla città perché innamorata del suo re (Tito Stazio) e, scoperto il suo tradimento, fu gettata dalla rupe che, ancora oggi, porta il suo nome: Rupe Tarpea (clicca qui per la foto). In seguito, la rupe Tarpea fu usata per gettare tutti i traditori di Roma.

Versione eroica: Tarpea si finse alleata dei Sabini, aprendo loro le porte, e cercò di disarmarli chiedendo loro oggetti preziosi e gli scudi. I Sabini si accorsero del suo doppio gioco e la uccisero gettandole addosso ciò che lei aveva chiesto (Tarpea è citata anche da Dante nel Purgatorio, IX canto, 137).




Quale che sia la versione, resta il fatto che i Sabini entrarono in Roma facilmente e combatterono per riprendersi le loro donne.

Fu in questo momento, però, che le donne sabine, già spose dei romani, guidate da Ersilia, moglie di Romolo, si interposero tra il loro popolo e quello in cui entrarono a far parte, cercando di mitigare gli animi per non consentire altro spargimento di sangue, sia esso dei mariti o dei padri. In alto una bella raffigurazione.

"Là mentre stavano per tornare a combattere nuovamente, furono fermati da uno spettacolo incredibile e difficile da raccontare a parole. Videro infatti le figlie dei Sabini, quelle rapite, gettarsi alcune da una parte, ed altre dall'altra, in mezzo alle armi ed ai morti, urlando e minacciando con richiami di guerra i mariti ed i padri, quasi fossero possedute da un Dio. Alcune avevano tra le braccia i loro piccoli... e si rivolgevano con dolci richiami sia ai Romani sia ai Sabini. I due schieramenti allora si scostarono, cedendo alla commozione, e lasciarono che le donne si ponessero nel mezzo." (Plutarco, Vita di Romolo, 19, 1-3)



"Da una parte supplicavano i mariti (i Romani) e dall'altra i padri (i Sabini). Li pregavano di non commettere un crimine orribile, macchiandosi del sangue di un suocero o di un genero e di evitare di macchiarsi di parricidio verso i figli che avrebbero partorito, figli per gli uni e nipoti per altri. [...] Se il rapporto di parentela che vi unisce e questi matrimoni non sono di vostro gradimento, rivolgete contro di noi l'ira; noi siamo la causa della guerra, noi siamo responsabili delle ferite e dei morti sia dei mariti sia dei genitori. Meglio morire piuttosto che vivere senza uno di voi due, o vedove o orfane." (Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 13.)

Grazie a questo gesto, i due popoli si riappacificarono e Romolo regnò sulla città con Tito Stazio, così i Romani ed i Sabini formarono un solo popolo.

Da questa unione i Romani assunsero l'appellativo di Quiriti, dalla città di Cures, mentre il vicino lago nei pressi dell'attuale foro romano, fu chiamato in ricordo di quella battaglia e del comandante sabino scampato alla morte (Mezio Curzio), Lacus Curtius.

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21 settembre 2009

Visitare luoghi solitamente chiusi al pubblico

Ho trovato un sito molto interessante, Archeodomani, che propone un'interessantissima serie di appuntamenti per visitare luoghi abitualmente chiusi al pubblico.

Secondo il programma che trovate sul loro sito si ha la possibilità di avere come guida archeologi e storici dell'arte che proporranno un modo diverso, alternativo, di visitare Roma.

Tra i molti siti, troverai:

La Città dell’Acqua, area archeologica del Vicus Caprarius.
L’Auditorium di Mecenate
L’Insula di San Paolo alla Regola (sotto Palazzo Specchi)
Il Mitreo dell’Ara Massima di Ercole (del Circo Massimo)
Lo Stadio di Domiziano

Il programma si chiama "Passeggiate Romane" ed è disponibile a questo indirizzo.

Puoi trovare altri Eventi interessanti a questo collegamento.

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Roma Docet: la Perseveranza #2

Per ampliare l'argomento trattato nel post del 31 agosto, in cui si parlava di come considerare la perseveranza in vista del raggiungimento di un obiettivo, o del miglioramento personale, prendo spunto da una frase che ho letto qualche giorno fa sul famoso "L'arte di amare" del poeta Ovidio.

Quando ho letto, nel primo libro, che:

nulla è più duro di una rupe, nulla
è più molle dell'onda; e tuttaviamorbida l'onda scava anche la rupe. (Ars Amatoria, Libro I, 713-715)
mi son detto: "Ecco un'immagine adatta al tema della perseveranza".

E, infatti, l'immagine descritta da Ovidio è molto potente, più efficace di molti lunghi discorsi.




Un onda forte, improvvisa, ma isolata, lava e sommerge uno scoglio con potenza, ma non fa altro che bagnarlo senza intaccare minimamente la sua superficie. Così come potrebbe essere l'entusiasmo effimero di intraprendere qualsiasi attività che poi si spegne come un fuoco di paglia, quando a esso non è associata una forte motivazione o un costante impegno. O, ancora, quando l'obiettivo non è formulato nel modo corretto e la direzione intrapresa non è quella desiderata.

Diversamente, quando l'onda colpisce lo scoglio, anche senza troppa forza, con una tenacia che non viene mai meno, riesce a scavare la superficie e modificare completamente la struttura, nonostante le difficoltà presentate dalla durezza della pietra.

Ovidio usa questa immagine per descrivere la costanza che un uomo deve avere quando vuole conquistare una donna (il primo libro, infatti, è incentrato completamente su questo), ma credo che ognuno possa trarne insegnamento per qualsiasi area della sua vita.

Che ne pensi? Lasciami un commento.

A presto,

Davide Corvaglia

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19 settembre 2009

Tutte le strade portano a Roma, Oggi come Ieri


"Tutte le strade portano a Roma"

Oggi come Ieri questo detto popolare contiene una grande verità: uno degli elementi che caratterizzò la magnificenza della struttura dell'Impero Romano fu proprio la presenza strategica delle strade.

La creazione delle prime vie fu, inizialmente, spontanea. Esse ricalcavano il tragitto che da Roma portava alle città vicine (per esempio, la via Ardeatina portava ad Ardea) o alle popolazioni vicine (Via Latina).
La necessità di spostare le truppe nelle regioni lontane appena conquistate, e offrire loro un facile accesso ai confini dell'Impero, spinse i Romani ed avviare, nel IV secolo a.C., la costruzione di nuove strade, lunghe e dritte, alle quali venne dato il nome dei magistrati che le avevano realizzate (per esempio la via Appia, costruita dal Appio Claudio nel 312 a.C. per raggiungere agilmente la Magna Grecia).

In poco tempo videro la luce le prime vie consolari: la via Appia, l'Aemilia, la Salaria, la Postumia e tante altre, fino a formare una rete stradale altamente organizzata. Esse, come dicevo prima, erano progettate per avere un percorso il più rettilineo possibile, anche se questo significava lasciare isolati i centri abitati più piccoli, raggiunti in seguito da strade secondarie.
In breve tempo, anche gli ostacoli presenti sul territorio (specchi d'acqua o colline) si sottomisero al passaggio delle strade grazie alla costruzione di ponti, viadotti e gallerie, anche di dimensioni considerevoli come, ad esempio, il ponte di Traiano sul Danubio, lungo più di 2,5 Km, la cui edificazione fu enfatizzata con un'effige sulle monete e sulla colonna Traiana.

Molte edificazioni sono tutt'ora praticabili, data l'elevata cura nella tecnica usata per costruirle (vedremo queste tecniche nei prossimi post)

La Rete raggiunse, al momento della massima espansione imperiale, la copertura di oltre 80.000 chilometri, ripartiti in 29 strade principali che da Roma raggiungevano ogni regione d'Italia e si spingevano fino ai confini dell'Impero, dalla Britannia alla Mesopotamia, dal Mar Caspio allo stretto di Gibilterra.
Ogni strada era dotata di pietre miliari, distanti un miglio l'una dall'altra, che indicavano la distanza da Roma e, più precisamente, dal miglio aureo posto nel Foro Romano, punto di partenza per tutte le strade (Clicca qui per vedere l'immagine dei resti del miglio aureo).

Sempre nel Foro Romano fu esposta una mappa in marmo di tutta la Rete che includeva le fontane, i posti di ristoro, i nomi delle città , i nomi delle tappe, i valichi ecc. Essa fu ricopiata in tante mappe su pergamena, ognuna per un particolare itinerario, che i viaggiatori potevano acquistare prima della partenza.

Di seguito l'elenco delle principali vie, in ordine alfabetico:

Via Appia: è la più antica delle vie consolari e, per questo motivo, era chiamata Regina Viarum (regina delle strade). Serviva per collegare Roma al porto di Brundisium (Brindisi), passando per la Campania e la Basilicata. Nel II secolo d.C. l'imperatore Traiano creò una deviazione alternativa, dando origine alla via Appia Traiana.

Via Aemilia: era la strada che allungava la via Flaminia verso Nord-Ovest. Essa congiungeva Ariminum (Rimini) con Placentia (Piacenza), passando per Caesena (Cesena), Forum Livi (Forlì), Bononia (Bologna), Mutina (Modena) e Parma. Fu fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido.

Via Aurelia: era una strada costiera (lato mar Tirreno) che andava a Nord, fino all'attuale Francia: collegava l'Urbe con Vada Sabatia (Vado Ligure), attraverso Pisae (Pisa), Luca (Lucca) e Genua (Genova). Era un'antica via consolare iniziata alla metà del III secolo a.C. dal console Aurelio Cotta per collegare inizialmente Roma a Cerveteri, poi fu prolungata.

Via Capua-Rhegium: era una diramazione che dalla via Appia, all'altezza di Capua, proseguiva fino a Rhegium (Reggio Calabria), passando per Consentia (Cosenza) e Vibo Valentia.

Via Cassia: serviva a raggiungere il Nord Italia, passando attraverso Aretium (Arezzo), Florentia (Firenze), Pistoia, Luca (Lucca). Le origini della via Cassia sono incerte come piuttosto incerta parrebbe l'identificazione del personaggio che le diede il nome.

Via Clodia: collegava Roma a Saturnia.

Via Domitiana: era una diramazione che dalla Via Appia all'altezza di Sinuessa (Mondragone) giungeva fino a Neapolis (Napoli). Essa è stata la più grande strada costruita per opera dell'imperatore Domiziano nel 95 d.C.

Via Flaminia: univa Roma con Ariminium (Rimini), toccando Fanum Fortunae (Fano). Fu fatta costruire attorno all'anno 220 a.C. dal console Caio Fliaminio

Via Popilia-Annia: altra diramazione della via Flaminia, verso Nord-Est: partiva da Ariminum (Rimini) passando per Rabenna (Ravenna), Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum (Altino), Aquileia, Tergeste (Trieste).

Via Postumia: passando per la Pianura Padana univa Genua (Genova) con Aquileia, attraversando Cremona, Verona, Vicentia (Vicenza). Fu fatta costruire nel 148 a.C. dal console Postumio Albino.

Via Salaria: nasce come strada dal tragitto percorso per trasportare un'importante materia prima, il sale. Essa partiva da Roma e giungeva fino Castrum Truentinum (Porto d'Ascoli), passando per Reate (Rieti) e Asculum (Ascoli).

Via Valeria: era una via che congiungeva Messina a Siracusa.




Cliccando qui è possibile vedere quali strade partivano da Roma.

Cliccando qui è visibile la cartina delle principali strade d'Italia.

Cliccando qui è disponibile una mappa di tutto l'Impero alla sua massima espansione, sotto il comando dell'imperatore Traiano.

Nei prossimi post, dedicati alle strade romane, racconterò come erano costruite, come erano utilizzate e tante altre curiosità. Non perderli e abbonati gratuitamente ai feed.

Davide Corvaglia

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18 settembre 2009

Storia in Pillole: Il Ratto delle Sabine

Continua dal post precedente.

Romolo, dopo aver ucciso il fratello, si rese conto che Roma sarebbe potuta crescere soltanto con la violenza, giacché il segno a lui favorevole fu mostrato proprio da uno stormo di uccelli rapaci.

Romolo, ribadendo di essere divenuto sovrano per volere degli déi, si ispirò alla sacralità dei riti greci e fece costruire un tempio in onore di Ercole sull'Ara Massima, ai piedi del colle Palatino.

Tracciati i confini della città, Romolo, oltre che re, divenne il legislatore delle prime leggi che avrebbero dovuto regolamentare la nuova civitas, nonché fornire le basi per il funzionamento del governo.
I Romani diedero quindi prova della loro capacità politica e sapevano come questa dovesse essere applicata per essere efficace, anche in vista della futura politica espansionistica.

Il primo problema da affrontare, inoltre, fu il popolamento della nuova città che, essendo abitata soltanto da uomini, reclutati da Romolo in cambio di rifugio e protezione, non sarebbe durata oltre una generazione. Questi uomini cercarono di attirare le donne dai villaggi vicini, ma nessuna di loro aveva intenzione di unirsi a individui tanto brutali e violenti.

...Romolo su consiglio dei Senatori, inviò ambasciatori alle genti vicine per stipulare trattati di alleanza con questi popoli e favorire l'unione di nuovi matrimoni. [...] All'ambasceria non fu dato ascolto da parte di nessun popolo: da una parte provavano disprezzo, dall'altra temevano per loro stessi e per i loro successori, ché in mezzo a loro potesse crescere un simile potere." (Tito Livio, Ab Urbe Condita, libro I)

Romolo alla fine ebbe un'idea. Durante una calda giornata di agosto (il 21), circa 4 anni dopo la fondazione, il re organizzò una festa dedicata al dio Conso (le Consualia), protettore dei raccolti, e invitò alla festa anche il vicino popolo dei Sabini con il suggerimento di portare quante più donne e ragazze possibile.
I popoli vicini parteciparono alla festa, anche per poter ammirare la nuova città.


"Arrivò moltissima gente, anche per il desiderio di vedere la nuova città, e soprattutto chi abitava più vicino, cioè Ceninensi, Crustumini e Antemnati. I Sabini, poi, vennero al completo, con tanto di figli e consorti. Invitati ospitalmente nelle case, dopo aver visto la posizione della città, le mura fortificate e la grande quantità di abitazioni, si meravigliarono della rapidità con cui Roma era cresciuta." (Tito Livio, Ab Urbe Condita, libro I)

La sera stessa, nel pieno della baldoria, Romolo diede ai suoi uomini il segnale convenuto, che fu quello di avvolgersi nel suo mantello purpureo, e ordinò di rapire le ragazze più giovani. L'intento non era quello di stuprarle, ma di farle diventare le loro spose.

La situazione trascese, divenendo violenta, e si concluse con il rapimento di più di 600 ragazze vergini, sollevate di peso e portate trionfalmente nelle case dei Romani. L'unica a non essere ancora vergine fu Ersilia, che divenne la sposa di Romolo. Lo stesso Tito Livio assicura che non ci fu violenza nei confronti delle Sabine.

La reazione dei Sabini, che non tardò ad arrivare, sarà raccontata nel prossimo post.

(Nella foto: Pietro da Cortona (Pietro Berrettini, Cortona 1597 - Roma 1669) Ratto delle Sabine, 1629, olio su tela, cm 275 x 423)

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Imperatore Marco Ulpio Nerva Traiano


Traiano nacque il 18 settembre del 53 e divenne imperatore a 45 anni.

Grande soldato, dotato di resistenza fisica e privo di sottigliezze intellettuali, da ragazzo si distinse nella sua legione, distaccata sul confine con il Reno.

Nominato Imperatore, non si recò subito a Roma, ma rimase ancora due anni presso il Reno, conscio di dover risolvere una complicata situazione che si stava creando in quella provincia.

Arrivò a Roma nel 99, entrando in città a piedi, ma fu accolto ancora con più vigore dal popolo che, pur apprezzando la sfarzosità delle marce trionfali, amava le dimostrazioni di semplicità.

La sua guardia del corpo personale era costituita da compagni che avevano combattuto con lui in Germania, visto che non si fidava della fedeltà dei pretoriani.

Si appoggiò al Senato per le funzioni governative, assegnando ai patres conscripti i domini romani.
Per tamponare la crisi, che in quegli anni attanagliava lo Stato, fece dei sacrifici personali, segliendo come dimora un piccolo palazzo e mettendo mano alle casse imperiali e vendendo alcune proprietà che negli anni si erano accumulate.

Nel marzo del 101 lasciò l'Urbe per attaccare i Daci, temendo una loro invasione nella Mesia attraverso il Danubio ghiacciato.

Nello stesso anno, con la morte del re Agrippa II, il regno dei Nabatei entrò a far parte della regione romana in Giudea. Il collegamento tra l'Egitto e l'Arabia era così stabilito e tutto il Mediterraneo fu da quel momento in mano ai Romani, i quali lo considerarono "un lago privato", conferendogli il titolo di "mare Nostrum".

Traiano si assicurò, in questo modo, una base sicura per una campagna contro i Parti e passò all'azione, senza aspettare una casus belli, preferendo l'uso delle armi alle vie diplomatiche.




Vista la complessità delle strategie di conquista di Traiano, ho deciso di dedicargli un post di approfondimento, disponibile prossimamente, in cui racconterò come si svolse ogni battaglia. Per il momento ci basta sapere quali fossero i due obiettivi principali di Traiano: la Dacia e la Partia.

L'impero, sotto il comando di Traiano raggiunse la massima espansione (mappa). Le gesta militari e politiche sono state impresse per sempre nella famosa colonna traiana, innalzata nei mercati traianei, in via dei fori imperiali.

Morì a Selinunte, in Cilicia, nel 116 mentre organizzava l'ennesima campagna contro i Parti.

PhotobucketLe sue ceneri vennero raccolte in un'urna d'oro, posta dentro la Colonna Traiana (nella foto), derogando all'antica legge che impediva le sepolture all'interno del perimetro cittadino. L'urna venne in seguito trafugata durante le invasioni barbariche, e se ne persero le tracce, essendo stata presumibilmente fusa.

Dalla sua morte, e per tutta la durata dell'Impero Romano, compreso quello Bizantino, ogni nuovo Imperatore veniva salutato dal Senato con l'augurio: "possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano "(Felicior Augusto, melior Traiano).

In epoca medievale, si diffuse la leggenda secondo la quale papa Gregorio Magno, colpito dalla bontà dell'Imperatore, avrebbe ottenuto da Dio la sua resurrezione per il tempo necessario ad impartirgli il battesimo. Dante riporta questa leggenda nella Divina Commedia, ponendo Traiano in Paradiso, nel Cielo di Giove, e precisamente fra i sei spiriti giusti che formano l'occhio dell'aquila mistica.

Il suo titolo completo fu IMPERATOR • CAESAR • DIVI • NERVAE • FILIVS • MARCVS • VLPIVS • NERVA • TRAIANVS • OPTIMVS • AVGVSTVS • FORTISSIMVS • PRINCEPS • GERMANICVS • DACICVS • PARTHICVS • MAXIMVS e la sua reputazione di uomo risoluto, semplice e umile è rimasta intatta fino a oggi.

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Accadde oggi, 18 settembre

18 settembre 96 - Marco Cocceio Nerva diviene Imperatore romano  e governerà fino alla sua morte.
Figlio del giureconsulto Cocceio Nerva e di Sergia Plautilla, nacque nel 30 nell'antica colonia di Narnia, l'attuale Narni (Umbria).
Diventò imperatore senza aver seguito il cursus honorum, la carriera amministrativa, anche se era stato console durante l'impero di Vespasiano (71) e Domiziano (90).
Fu acclamato Imperatore dal Senato proprio alla morte di Domiziano, l'ultimo dei Flavi, ucciso dai suoi cospiratori il 16 settembre dopo aver governato per tre lustri.
Il principato di Nerva non fu molto lungo e, ormai vecchio, Nerva decise di adottare un figlio, scegliendo il giovane Marco Ulpio Traiano, generale delle legioni al confine con il Reno.
Nerva morì nel 98 e le sue ceneri furono poste nel mausoleo di Augusto.
Il suo successore fu Traiano.

18 settembre 53 - Nasce Traiano, imperatore romano successore di Coceio Nerva.

18 settembre 96 - Muore, assassinato dai suoi cospiratori politici, Tito Flavio Domiziano, imperatore romano dal 14 settembre 81 fino alla sua morte con il nome di Cesare Domiziano Augusto Germanico (in latino Imperator Caesar Domitianus Augustus Germanicus), ultimo della dinastia flavia.

18 settembre 324 - Costantino I sconfigge definitivamente Licinio nella battaglia di Crisopoli, presso Calcedonia, diventando l'unico imperatore dell'Impero romano e mettendo fine alla tetrarchia, la suddivisione dell'Impero in 4 parti voluta da Diocleziano (1. province orientali e l'Egitto; 2. le province balcaniche; 3. Italia e Africa settentrionale; 4. Spagna, Gallia e Britannia - qui la mappa dell'Impero)

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I sette colli di Roma


Secondo la tradizione, Roma fu costruita su sette colli, tutti a est del tevere, che rappresentano il cuore dell'Urbe.
Il numero dei colli è sempre stato molto importante per i Romani che avevano persino dedicato una festa, chiamata Septimontium.
Anche Cicerone nel suo Epistulae ad Atticum la chiama la "città dalle sette alture", oppure Properzio che la definisce "città delle sette alture perenni", oppure Virgilio che la nomina "città delle sette fortezze".



I sette colli di Roma sono:



  • Aventino (Mons Aventinus), è il colle che si trova più a sud ed era quello più isolato e difficile da raggiungere. Ospita il Circo Massimo.
  • Campidoglio (Mons Capitolinus) è il più piccolo ma più importante dei colli peché il primo nuceo della città nacque proprio su di esso. Oggi ospita la sede del Comune di Roma.
  • Celio (Mons Caelius). La sua propaggine orientale aveva forse il nome di Celiolo (Caeliolus) o di Celio Vibenna, di Gens Etrusca. Sul Celio si possono ammirare i resti, ancora ben conservati dell'Acqueotto Claudio.
  • Esquilino (Mons Esquilinus), comprese le propaggini del Cispio (Cispius), del Fagutale (Fagutal) e dell'Oppio (Oppius). E' il colle più alto ed esteso. Alcuni affermano che gli "exquilini" AEXQUILAE erano gli abitanti della fascia suburbana per distinguerli dagli "inquilini" che risiedevano nell'Urbe. Aexquilae deriva dalla radice di ex-colere, che significa appunto abitare fuori (dalle mura). Altri sostengono che provenga da "aesculi" (eschi), arbusti di leccio cari a Giove: sul colle, alle origini, sorgeva appunto un tempio e un bosco sacro a Mefite e Giunone Lucina, cui gli antichi abitanti si rivolgevano affinché fugassero i miasmi della natura malsana della zona circostante.Una terza ipotesi è che derivi da "excubiae", le guardie che venivano mandate da Romolo per difendersi dalle insidie sabine di Tito Tazio.
  • Palatino (Mons Palatinus), compreso il Germalo (Cermalus). E' uno dei colli centrali e più antichi: la leggenda vuole che Roma ebbe le sue origini sul Palatino e che il primo agglomerato urbano diede luogo alla "Roma quadrata". Oggi è uno dei siti archeologici principali che accolse la residenza di numerosi Imperatori.
  • Quirinale (Collis Quirinalis), comprese le alture secondarie dei colles Latiaris, Mucialis o Sanqualis, e Salutaris. Secondo la leggenda romana, sul colle Quirinale si trovava un piccolo villaggio dei Sabini, e il re Tito Tazio vi avrebbe vissuto dopo la pace tra i Romani e i Sabini. I Sabini diedero il nome al colle da Cures, città della Sabina, e dall'altare a Quirinus, forse il dio unitario delle Curie (città sabine). Si racconta inoltre che, morto Romolo, una volta associato al dio Quirino, a lui fu edificato un tempio sul colle che da lui prese il nome: il Quirinale.Oggi ospita la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.
  • Viminale (Collis Viminalis). E' il più piccolo dei sette colli e il suo nome deriva dalle piante di vimini (Salix Viminalis) che un tempo crescevano alle pendici. Qui si trovano il Palazzo del Viminale, il Teatro dell'Opera, le Terme di Diocleziano e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli.


Alla lista dobbiamo aggiungere il colle Velia, che viene misteriosamente omesso nell'elenco e i colli a ovest del tevere, il Vaticano (mons Vaticani) e il Gianicolo (mons Ianiculus), da cui è possibile vedere interamente Roma in un solo, spettacolare, colpo d'occhio.
Per visitare i colli e le bellezze che ospitano, leggi l'Itinerario di 4 giorni descritto in questo post.
***


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17 settembre 2009

Eventi consigliati dal Blog


In scadenza:

Marcia a Roma dei Cani

Una marcia di denuncia pubblica contro l'abbandono e il maltrattamento dei cani.
La manifestazione, che si terrà il prossimo 19 settembre, partirà da Piazza Venezia e arriverà al piazzale del Campidoglio.


Via dell’Impero - Nascita di una strada


fino al 20 Settembre 2009 a Roma, Palazzo Caffarelli
Attraverso dipinti, acquerelli e disegni del Museo di Roma e del Gabinetto Comunale delle Stampe e fotografie dell’Archivio Fotografico Comunale, la mostra ricostruisce gli sventramenti nel centro storico di Roma fra il 1920 ed il 1940, con una esposizione di alcuni dei materiali di epoca romana e rinascimentale recuperati negli scavi.
Info sul sito dei Musei Capitolini



In corso:


Musei Vaticani - Evento "Una Notte ai Musei"

Apertura straordinaria dei Musei Vaticani.
Tutti i venerdì di Settembre e Ottobre sarà possibile visitare la Cappella Sistina, le Stanze di Raffaello, le sale delle carte geografiche e tutto il resto anche dopo il tramonto, fino alle 23.00.

L'ultimo ingresso sarà possibile alle 21,30.
Obbligatoria la prenotazione on line, effettuabile a questo indirizzo.
Il costo del biglietto rimane invariato.


Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi

dal 27 marzo 2009 al 10 gennaio 2010 a Roma: Colosseo e Palatino
La mostra racconta le gesta degli imperatori flavi: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito (79-81) e del figlio minore Domiziano (81-96).
Info, orari e costi sul sito ufficiale della Soprintendenza ai Beni Culturali



Prossimamente:

Roma. La pittura di un Impero

Dal 24/09/2009 al 17/01/2010 a Roma - Scuderie del Quirinale
Dal paesaggio alla natura morta, dalla decorazione scenografica alla pittura popolare, dal ritratto al mito reinterpretato secondo la tradizione romana, la mostra svela tutti i temi della pittura antica di un periodo cruciale della storia di Roma, quello che va dal I secolo a.C. fino al V d.C.
Info sul sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale


Tesori Nascosti dall’antica Ostia: i bronzi e gli ossi lavorati

Dal 26/09/2009 al 07/01/2010 a Ostia Antica
Piccoli oggetti di uso comune, quali strumenti chirurgici, ami, bilance chiavi, stili, coltelli,fusi, aghi e piccole bambole, vengono messi in mostra nel Nuovo Antiquarium Ostiense per illustrare aspetti poco noti della vita quotidiana.
Info sul sito ufficiale della Soprintendenza ai Beni Culturali


Mostra a Roma alla Galleria Borghese: Caravaggio - Bacon
 
Dal 1 Ottobre 2009 al 24 Gennaio 2010 le opere di Caravaggio e di Francis Bacon provenienti da tutti i musei del mondo saranno esposte alla Galleria Borghese, Piazzale del Museo Borghese 5, per un'esperienza irripetibile.
400 anni separano i due artisti, uniti invece da una comune grandezza di spirito e di senso artistico, capaci di tradurre i tormenti dell'anima e di un'epoca in opere di grande valore artistico per il mondo intero.



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Conoscere Roma - Le "pasquinate"




La satira, sin dalle origini, è sempre stata una forma libera del teatro, della letteratura e di altre arti e prende di mira solitamente il potere, politico e/o religioso, e i rispettivi rappresentanti.
Una delle forme più originali e tradizionali della satira è costituita dalle cosiddette "pasquinate" romane.




La statua.
Pasquino è il nome della famosa statua parlante di Roma, risalente al III secolo a.C., divenuta popolare tra il XVI e il XIX secolo d.C. per via delle celebri "pasquinate", fogli contenenti satire anonime in versi, dirette ai personaggi pubblici principali, volte a segnalare malumori e avversioni del popolo nei confronti del potere. Il suo nome sarebbe stato preso da un sarto romano (secondo alcuni un barbiere, secondo altri un insegnante) con l'abitudine di parlare male di papi e cardinali.


Rappresentate forse un guerriero greco, la statua fu ritrovata per caso nel 1501, durante una ristrutturazione, nella stessa piazza in cui si trova oggi (piazza di Pasquino) e divenne fonte di preoccupazione per i potenti presi di mira dalle pasquinate (all'inizio specialmente i papi), tanto da indurli più volte ad eliminarla.


Benedetto XIII emanò addirittura un editto che condannava alla pena di morte chi fosse colto in flagrante. Il risultato fu che le pasquinate aumentarono ai piedi di altre statue. Niccolò Franco, un cittadino romano, già nel 1566, sotto Pio V, fu accusato di essere l'autore delle pasquinate e condannato alla forca.


Oltre a Pasquino, le altre statue parlanti sono Marforio (Statua di Nettuno), che si trova nel cortile del Museo Capitolino in Campidoglio, e Madama Lucrezia a Piazza San Marco, vicino Palazzetto Venezia.




Pasquino dixit.
Per tanti anni, dopo Pio IX (1846-78), Pasquino tacque. Riemerse dal lungo silenzio nel 1938, in occasione della visita di Hitler a Roma, quando accusò la pomposità degli allestimenti scenografici che avevano causato disagi alla città per diverse settimane:


"Povera Roma mia de travertino!
T'hanno vestita tutta de cartone
pe' fatte rimirà da 'n'imbianchino."


Una delle pasquinate più famose è anche quella che fu rivolta al Papa Urbano VIII, della famiglia dei Barberini, che aveva fatto rimuovere alcune parti dal Pantheon per costruire il baldacchino di San Pietro:


“Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini".

"Quello che non fecero i Barbari, fecero i Barberini".


Un'altra è quella rivolta a papa Leone X, famoso per aver introdotto la vendita delle indulgenze, che recitava:


"Gli ultimi istanti per Leon venuti,
egli non poté avere i sacramenti.
Perdio, li avea venduti!"

Dopo la morte di papa Clemente VII, a causa forse dell'incapacità del suo medico, sulla statua fu ritrovato un ritratto dello stesso medico con la scritta:


"Ecce qui tollit peccata mundi".
"Ecco colui che toglie i peccati del mondo".


Famosa anche la pasquinata contro Napoleone. Riporta un ipotetico dialogo tra Pasquino e Marforio:

M: "È vero che i francesi sono tutti ladri?"
P: "Tutti no, ma Bona parte!"



Dove trovarle.
La statua di Pasquino si trova dal 1501 nella piazza alle spalle di Piazza Navona, che da lui prende il nome: Piazza Pasquino. Cliccando qui e ruotando la visuale è possibile vedere la mappa (Google Maps) e lo scorcio della piazza con Street View.

La statua di Marforio si trova nel cortile dei Musei Capitolini in piazza del Campidoglio, alla destra della statua di Marco Aurelio.
Clicca qui per la mappa.

Madama Lucrezia, la terza statua parlante più famosa, si trova invece a Piazza San Marco. 
Clicca qui per vederla su Street View (è necessario qualche secondo per il caricamento completo).


***


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16 settembre 2009

Da dove deriva l'offesa: "Fijo de' 'na mignotta"?



La frase del titolo, spesso usata dai romani per offendere o soltanto per salutare una persona con cui si ha confidenza (alla pari di "Possin'ammazzatte"), e diventata famosa in tutta Italia per i film cult di Thomas Milian & Soci, avrebbe in realtà un'origine meno volgare.


Infatti, essa deriverebbe dall'usanza degli antichi orfanotrofi di indicare con la scritta "M.Ignota" (dal latino Mater Ignota) le generalità di tutti quei neonati abbandonati davanti alle porte dei conventi.


In seguito divenne uso comune considerare M.Ignote tutte quelle donne che anteponevano il loro interesse personale e non avevano scrupoli ad abbandonare i propri figli. Da qui in termine acquisì un significato dispreggiativo e mutò nel termine romanesco che ancora oggi conosciamo.



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Visitare Roma: acqua potabile grazie ai "Nasoni"

Girando tra le stupende strade di Roma, è possibile vedere molte fontane da cui sgorga in continuazione acqua potabile gratis.
Introdotte nella città nel 1872, grazie all'idea dell'allora sindaco Luigi Pianciani, e spesso al centro di numerose polemiche legate allo spreco, queste fontanelle prendono il nome di "Nasoni" per via del caratteristico tubo di ferro ricurvo che ricorda molto un grosso naso.

Nel comune di Roma i "nasoni" sono circa 2.500, dei quali 280 all'interno delle mura. A questi 280 Nasoni all'interno delle Mura di Roma
bisogna
aggiungere altre 114 fontanelle che distribuiscono gratuitamente
Acqua ai
Romani, ai turisti e agli animali di Roma. (fonte: Wikipedia)


Per la tua prossima visita a Roma, quindi, sfrutta l'acqua potabile dei "Nasoni": risparmierai bevendo acqua buona, avrai meno peso da portare in giro e contribuirai a mantenere pulito l'ambiente, visto che eliminerai il consumo di plastica.

Per sapere dove puoi trovarli, collegati a Google Map e consulta la mappa elaborata dall'associazione dei consumatori Adoc. Per il momento ne sono riportati 103, tutti nel centro storico della città.

Buon viaggio!
 
***

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