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17 settembre 2009

Conoscere Roma - Le "pasquinate"




La satira, sin dalle origini, è sempre stata una forma libera del teatro, della letteratura e di altre arti e prende di mira solitamente il potere, politico e/o religioso, e i rispettivi rappresentanti.
Una delle forme più originali e tradizionali della satira è costituita dalle cosiddette "pasquinate" romane.




La statua.
Pasquino è il nome della famosa statua parlante di Roma, risalente al III secolo a.C., divenuta popolare tra il XVI e il XIX secolo d.C. per via delle celebri "pasquinate", fogli contenenti satire anonime in versi, dirette ai personaggi pubblici principali, volte a segnalare malumori e avversioni del popolo nei confronti del potere. Il suo nome sarebbe stato preso da un sarto romano (secondo alcuni un barbiere, secondo altri un insegnante) con l'abitudine di parlare male di papi e cardinali.


Rappresentate forse un guerriero greco, la statua fu ritrovata per caso nel 1501, durante una ristrutturazione, nella stessa piazza in cui si trova oggi (piazza di Pasquino) e divenne fonte di preoccupazione per i potenti presi di mira dalle pasquinate (all'inizio specialmente i papi), tanto da indurli più volte ad eliminarla.


Benedetto XIII emanò addirittura un editto che condannava alla pena di morte chi fosse colto in flagrante. Il risultato fu che le pasquinate aumentarono ai piedi di altre statue. Niccolò Franco, un cittadino romano, già nel 1566, sotto Pio V, fu accusato di essere l'autore delle pasquinate e condannato alla forca.


Oltre a Pasquino, le altre statue parlanti sono Marforio (Statua di Nettuno), che si trova nel cortile del Museo Capitolino in Campidoglio, e Madama Lucrezia a Piazza San Marco, vicino Palazzetto Venezia.




Pasquino dixit.
Per tanti anni, dopo Pio IX (1846-78), Pasquino tacque. Riemerse dal lungo silenzio nel 1938, in occasione della visita di Hitler a Roma, quando accusò la pomposità degli allestimenti scenografici che avevano causato disagi alla città per diverse settimane:


"Povera Roma mia de travertino!
T'hanno vestita tutta de cartone
pe' fatte rimirà da 'n'imbianchino."


Una delle pasquinate più famose è anche quella che fu rivolta al Papa Urbano VIII, della famiglia dei Barberini, che aveva fatto rimuovere alcune parti dal Pantheon per costruire il baldacchino di San Pietro:


“Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini".

"Quello che non fecero i Barbari, fecero i Barberini".


Un'altra è quella rivolta a papa Leone X, famoso per aver introdotto la vendita delle indulgenze, che recitava:


"Gli ultimi istanti per Leon venuti,
egli non poté avere i sacramenti.
Perdio, li avea venduti!"

Dopo la morte di papa Clemente VII, a causa forse dell'incapacità del suo medico, sulla statua fu ritrovato un ritratto dello stesso medico con la scritta:


"Ecce qui tollit peccata mundi".
"Ecco colui che toglie i peccati del mondo".


Famosa anche la pasquinata contro Napoleone. Riporta un ipotetico dialogo tra Pasquino e Marforio:

M: "È vero che i francesi sono tutti ladri?"
P: "Tutti no, ma Bona parte!"



Dove trovarle.
La statua di Pasquino si trova dal 1501 nella piazza alle spalle di Piazza Navona, che da lui prende il nome: Piazza Pasquino. Cliccando qui e ruotando la visuale è possibile vedere la mappa (Google Maps) e lo scorcio della piazza con Street View.

La statua di Marforio si trova nel cortile dei Musei Capitolini in piazza del Campidoglio, alla destra della statua di Marco Aurelio.
Clicca qui per la mappa.

Madama Lucrezia, la terza statua parlante più famosa, si trova invece a Piazza San Marco. 
Clicca qui per vederla su Street View (è necessario qualche secondo per il caricamento completo).


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