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1 settembre 2009

Storia in pillole - Le Origini di Roma

Inizia oggi, con questo articolo, una serie che ho pensato di chiamare “Storia in Pillole” in cui racconterò le vicende più significative e importanti di Roma, dalle Origini ai giorni nostri, in modo semplice, chiaro e leggibile in pochi minuti.

La vicenda della fondazione di Roma, così come gran parte della sua Storia, è condita da numerosi eventi mitologici, leggendari, che hanno contribuito a renderla ancora più affascinante, suggestiva e piena di colpi di scena.

La data della fondazione è stata fissata al 21 Aprile dell'anno 753 a.C. dallo storico latino Varrone. Il racconto più preciso dell'avvenimento è invece riportato nell'opera di Tito Livio, “Ab Urbe Condita”.

Prima di raccontare come fu fondata la Città, mi sembra doveroso fare un salto indietro di alcuni anni.



LE ORIGINI


Enea, i troiani e i Latini


Enea, profugo della sua stessa patria, perché fuggito da Troia in seguito alla famosa guerra, sbarcò sulle rive del Tevere, precisamente nel territorio laurente, a sud est della foce tiberina. Giunti a terra, iniziarono a saccheggiare le campagne circostanti fino ad incontrare la restistenza del re Latino e del suo popolo, gli Aborigeni.
Esistono due teorie sul motivo per cui Latino e Enea arrivarono ad appacificarsi e unire i due popoli sotto il nome di Latini: la prima delle due vede il re Latino sconfitto dagli invasori e costretto ad allearsi con loro; la seconda vuole che il re Latino, incontratosi con i troiani, abbia chiesto loro il motivo della loro presenza in quella zona e che sia rimasto colpito dalla nobiltà d'animo di quegli uomini che, profughi in seguito alla distruzione della loro città, erano approdati in cerca di un luogo dove edificarne una nuova.
Latino strinse così un patto d'amicizia con Enea e offrì sua figlia Lavinia in sposa. Enea e i troiani fondarono dunque la città di Lavinium in onore della moglie.
Dal matrimonio nacque un figlio maschio, Ascanio.


Turno, però, il re dei Rutuli, popolo che occupava l'area a nord est della foce, essendo promesso sposo a Lavinia e vedendosi messo da parte da uno straniero, mosse guerra contro i Latini. Lo scontro fu micidiale, tanto che nessuno dei due schieramenti ebbe da festeggiare: nonostante la vittoria, i Latini avevano perso in battaglia il loro re.


Turno ripeté l'attacco poco tempo dopo, chiedendo l'alleanza agli Etruschi, ma perse di nuovo in quella che fu l'ultima impresa di Enea.


Il regno degli Albani.


Il figlio di Enea, Ascanio, divenuto adulto, lasciò la città fondata dal padre per edificarne una tutta sua.
Secondo alcune fonti, visto che il secondo nome di Ascanio era Iulio, egli sarebbe stato il capostipite della gens Giulia, una delle più importanti e potenti dinastie romane.
Ascanio si recò dunque ai piedi del monte Albano e qui fondò la città di Albalonga. Erano passati circa trent'anni dalla fondazione di Lavinio. Gli ultimi erano trascorsi in pace dato che, dopo l'ultima guerra, fu stabilito finalmente un confine netto tra i Latini e Rutuli/Etruschi: il fiume Tevere.
Ascanio ebbe un figlio, Silvio, che gli succedette al trono dopo la sua morte. Da quel momento in poi, tutti i successori portarono il nome Silvio (gens Silvia) per indicarne la discendenza (tra cui Aventino che trovò la morte sul colle che porta ancora oggi il suo nome), fino a Numitore, figlio di Proca, che fu anche l'ultimo sovrano di Albalonga.
Numitore, però, fu cacciato via dalla violenza del fratello, Amulio, che per porre fine alla dinastia della gens Silvia uccise l'unico figlio maschio di Numitore, Egesteo, e costrinse la figlia, Rea Silvia, a farsi vestale (sacerdotessa della dea Vesta) e toglierle così la speranza di avere dei figli.


Ma il destino ebbe in serbo una sorpresa...





(Photo Credit: Affresco "Enea ferito", I sec. d.C., recuperato nella Casa di Sirico - Pompei)





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1 commenti:

davidecorvaglia 01/09/09, 19:46  

Nel prossimo appuntamento vedremo la comparsa di Romolo e Remo. ;)

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