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26 giugno 2010

Monumenti del Foro Romano: Il Tempio di Castore e Polluce

Camminando nel Foro Romano, dopo aver superato la Basilica Emilia, ci trova davanti a tre colonne corinzie, superstiti del tempio dei Dioscuri, ovvero dei due gemelli divini Castore e Polluce.

La leggenda narra che, nel corso della battaglia presso il lago Regillo (499 a.C.), apparvero due uomini misteriosi, due cavalieri, che assunsero il comando e portarono i Romani alla vittoria. Subito dopo, gli stessi cavalieri portarono i cavalli alla Fonte di Giuturna, per far sì che si potessero abbeverare, e annunciarono in città la vittoria. Dopodiché, scomparvero nel nulla.
Il popolo riconobbe in essi i Dioscuri e il dittatore Aulo Postumio Albino fece voto di erigere un tempio in loro onore, che fu dedicato da suo figlio nel 484.

Il Tempio di Castore e Polluce si affaccia sulla piazza del Foro, a ovest dell'Arco di Augusto.
Sorto nel 484 a.C. e più volte ricostruito e ampliato, l'edificio assunse la forma finale nel 6 d.C. grazie all'Imperatore Tiberio.
L'edificio era utilizzato anche per le riunioni del Senato e, dal II secolo a.C., il podio veniva sfruttato per i comizi legislativi che si tenevano in questa zona della piazza.
Da qui, Giulio Cesare espose la sua prima proposta sulla legge agraria.
In seguito l'edificio fu anche utilizzato come sede dell'Ufficio dei pesi e delle misure e a lungo custodì gran parte del Tesoro del Fisco.

Il tempio è periptero, con 8 colonne corinzie sul lato corto e 11 su quello lungo, e si compone di una cella su un podio (50m x 30m x 7m) in opera cementizia, rivestiti all'epoca di blocchi di tufo, che poi furono rimossi e riutilizzati per altre costruzioni.
Il podio ancora visibile e i mosaici in bianco e nero sul pavimento della cella derivano dal restauro avvenuto nel 117 a.C. a opera dell'allora console Lucio Cecilio Metello.

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