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24 dicembre 2011

Storia del Natale e delle Feste Natalizie

Per il Cristianesimo, il Natale è il giorno in cui si celebra la nascita di Cristo, anche se storicamente nessuno può stimare con certezza quale sia l’esatto giorno in cui sia nato davvero.


Le Origini della festa del Natale, perciò, devono essere ricercate molto più lontano nel tempo. Già nell’antica Roma, infatti, il 25 dicembre era un giorno dedicato ai festeggiamenti in onore della nascita del dio Sole (Sol Invictus).



L'attinenza alla nascita del sole cade esattamente durante il periodo del solstizio d'inverno, quando le giornate iniziano ad allungarsi. Ma, in questo periodo, anche un'altra festa era segnata nel calendario Romano: I Saturnali.

I Saturnali erano celebrati dal 17 al 24 dicembre ed erano considerati i giorni di festa più importanti. Includevano vacanze scolastiche, la realizzazione e la donazione di piccoli regali (Saturnalia et sigillaricia) e un mercato speciale (Sigillaria). Durante i Saturnali il gioco d’azzardo era consentito a tutti, anche agli schiavi, e in generale si trattava di un momento per mangiare, bere e divertirsi. Tra alcuni giochi c'era quello della tombola, chiamato dai romani "il gioco di Saturno".
La tradizione di decorare gli alberi di Natale, invece, scaturisce in parte dalla pratica di appendere piccole bambole di ceramica chiamato “Sigillaria” sui rami degli alberi di pino.
Introdotto dall’Imperatore Aureliano nel 274 d.C., il Sol Invictus fu inglobato tra le festività cristiane per volere dell’imperatore Costantino. San Crisostomo, nel 390 d.C., attribuisce l’ufficializzazione di tale data nell’anno 337, avvenuta per volere di papa Giulio I.
Da allora, fino ai nostri giorni, le tradizioni legate a questo periodo si sono tramandate di generazione in generazione, giungendo a noi quasi intatte, mutate soltanto in base alle regioni in cui ci si trova.
Le più famose usanze natalizie in Italia sono:

I REGALI DI NATALE. Anche questa tradizione risale ai tempi dell’Antica Roma, quando si usava scambiarsi ramoscelli raccolti nel bosco della dea Strenna, una dea sabina legata alla salute. Per questo motivo, i Romani li chiamavano “strenne”. Il rito si diffuse successivamente nel resto dell’Impero e i rametti furono sostituiti da altri doni. Con l’avvento del Cristianesimo, lo scambio dei regali è stato associato all’atto dei re Magi.

IL CERO. L’usanza del cero è legato al significato della sua luce, che simboleggia la luce divina che Gesù portò nel mondo con la sua venuta. In Francia e in Germania si usa accendere tre ceri fusi tra loro, rappresentando la trinità.

LA CORONA DELL’AVVENTO. La sua origine risale a un’usanza germanico-precristiano legata a riti pagani che erano celebrati nel mese di Yule (dicembre). È soltanto nel XVI secolo che la Corona (un cerchio di foglie d’alloro, con quattro ceri) entrò a far parte della tradizione cristiana. Da allora, il cero viene acceso ogni anno durante le quattro settimane che precedono il Natale (settimane dell’Avvento).

L’ALBERO DI NATALE. Questa è forse la tradizione natalizia più diffusa, oggi. L’immagine dell’albero è, da sempre, legata al rinnovarsi della vita. Un albero sempreverde richiama, addirittura, il perpetuarsi della vita anche nelle condizioni più difficili (inverno). Tutte le culture hanno almeno un simbolo legato all’albero (il Brahman per gli indiani, lo Yggdrasil germanico o l’Albero della Vita nella Genesi, per esempio). Le sue origini, così come lo conosciamo oggi, risalgono al 1512 circa in Alsazia. Per simboleggiare l’albero della conoscenza del bene e del male si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione fredda, a un abete sul quale si appendevano alcuni frutti.

Successivamente, assumendo il significato legato alla luce divina di Cristo, l’abete cominciò a essere ornato con candele.

IL PRESEPE. Il fatto che Gesù sia nato in una mangiatoia è riportato soprattutto nella narrazione della natività scritta nei Vangeli di Luca e Matteo. Nell’oriente dell’epoca, infatti, era un’usanza molto comune quella di rifugiarsi nelle grotte naturali o nelle stalle durante un lungo viaggio. Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, introdusse le figure del bue e dell’asino che scaldano il Messia, ispirandosi a questa tradizione.
Nel 329, Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, fece edificare la Basilica della Natività a Betlemme, proprio nel luogo in cui si pensa che Gesù sia nato. Per realizzare tale progetto fu necessario distruggere il bosco voluto dall’imperatore Adriano nel 135 come luogo per adorare il dio Adone.
Il termine “presepe” deriva dal latino prae-saepe (mangiatoia) e la sua rappresentazione in Italia nacque da un’idea di San Francesco (a sua volta ispirato - probabilmente - da una funzione vista a Betlemme) proposta a Greccio (Rieti) nel 1223. Il più antico presepe (per lo più resti di una culla in legno di un’opera creata nel 1280 da Arnolfo di Calbio) è conservato nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma.

IL CAPODANNO. Così come il Natale, anche i festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno si riscoprono in tradizioni molto antiche. Il mese di gennaio, per i romani, era Januarius, in onore di uno degli déi più influenti della storia di Roma, Giano, e fu introdotto proprio dal re Numa Pompilio. Ma fu solo nel 46 a.C., anno che fu allungato di settanta giorni con la riforma di Giulio Cesare e la conseguente nascita del calendario giuliano, che gennaio fu scelto come primo mese dell’anno (precedentemente, il primo mese era marzo).
Chiamato anche Giano Bifronte, il dio era raffigurato con due facce opposte (di un anziano e di un giovane) e simboleggiava proprio il passaggio dal vecchio al nuovo. Per festeggiare il dio Giano, i Romani organizzavano sontuosi banchetti che si protraevano per giorni, si scambiavano doni (strenne) e si restava a casa dal lavoro.
Fu soltanto con l’adozione del calendario gregoriano, voluto da papa Gregorio XII nel 1582, che il primo di gennaio fu riconosciuta come una festa cristiana. Fino ad allora, i festeggiamenti avvenivano in giorni diversi a seconda della zona.

LA BEFANA. Il suo nome proviene dal termine greco “Epifania” (apparizione) e il suo personaggio si manifesta sempre con l’aspetto di una vecchia signora con un fazzoletto in testa e lo scialle sulle spalle che porta doni ai bravi bambini, come fecero i Magi durante la loro visita al Messia.
L’origine della befana non è però molto chiara. La versione più antica e più veritiera apparterrebbe ai Celti, che usavano bruciare grandi fantocci di vimini per adorare le loro divinità. Spesso questi fantocci ritraevano le sembianze di una vecchia. Per questo motivo, la befana potrebbe avere qualche analogia con i pupazzi che vengono messi al rogo in piazza l’ultimo dell’anno.

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