Monumenti del Foro Romano: La Basilica Emilia
Proseguiamo la nostra visita immaginaria tra i suggestivi monumenti del Foro Romano. Abbiamo visto, negli ultimi due post, il tempio di Antonino e Faustina e la Basilica di Massenzio.
Ora torniamo sulla via sacra e, dopo il tempio di Antonino e Faustina, scopriamo alcuni resti di un grosso edificio e alcune colonne ancora in piedi: si tratta dei resti della famosa Basilica Emilia.
La Basilica Emilia è uno dei pochi edifici giunto fino a noi dall'epoca repubblicana, vista la scomparsa della basilica Porcia, la Sempronia e la basilica Opimia.
La scopo principale di questi edifici era il favorire le funzioni amministrative, giuridiche e sociali anche nelle stagioni invernali o quando le condizioni meteorologiche non consentivano il loro regolare svolgimento all'aperto. Erano simili alle moderne Borse, o ai moderni Tribunali.
La Basilica Emilia fu costruita nel 179 a.C. dai censori Marco Fulvio Nobiliore e da Marco Emilio Lepido. Inizialmente era infatti denominata Basilica Fulvia, ma in seguito, quando la gestione fu amministrata dalla gens Emilia, prese il nome di Basilica Emilia.
Gli Emilii sottoposero la Basilica a numerosi restauri nel corso degli anni. Il più famoso fu quello di Marco Emilio Lepido (omonimo del censore) che inserì i ritratti dei suoi antenati sulla facciata che da' sul foro e fece aggiungere alcune colonne in marmo africano al colonnato interno.
I restauri successivi furono sempre eseguiti dalla stessa famiglia, anche se economicamente supportati da terzi (ed esempio da Giulio Cesare o da Tiberio).
L'ultimo restauro risale al 410 d.C. in seguito al sacco di Roma compiuto dai Visigoti di Alarico.
Originariamente, la Basilica era costituita da tre navate, delineate da due file di colonne. Ma la struttura finale misurava 70x29 m. e comprendeva quattro navate: due sul lato nord e una sul lato sud, mentre quella centrale (più grande) era larga circa 12 m. ed era su un piano leggermente rialzato ed era illuminata da finestroni molto grandi.
Nella Basilica sono stati ritrovati parti del pavimento in marmo e frammenti di un fregio, sempre in marmo, che correva lungo l'architrave interna ed era adornato di figure mitiche raffiguranti scene delle origini di Roma: La gioventù di Romolo, La Fondazione della Città, il Ratto delle Sabine e l'Uccisione di Tarpea.
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