Storia in Pillole: Anco Marzio, il quarto re di Roma
Alla morte di Tullo Ostilio, avvenuta nel 641 a.C., il popolo romano affidò il regno a un sabino, nipote di Numa Pompilio. Il suo nome era Anco Marzio (o Marcio), nato nel 675 a.C. e appartenente all'antichissima gens Marcia.
Nonostante fosse caratterialmente molto simile al nonno materno, il nuovo re fu in parte ispirato dalla politica espansionistica del suo predecessore e continuò la guerra contro i Latini per l'annessione a Roma di altre due città, Politorium e Ficana (entrambe nel Lazio).
Fece poi fortificare il sistema difensivo del Gianicolo, uno dei colli a ovest di Roma, al di là delle sponde del Tevere, e fece costruire un carcere proprio al centro di Roma, vicino al Foro, per cominciare a contrastare la criminalità.
Poi allargò i suoi domini fino alla foce del Tevere per istituire in quella zona un vero e proprio scalo commerciale, insediando per la prima volta una colonia al di fuori dell'Urbe.
Questo nuovo insediamento fu chiamato Ostia (Ostium Tiberis, appunto foce del Tevere).
Per rafforzare gli scambi commerciali con il nuovo porto, Anco Marzio fece costruire un ponte di legno sul Tevere (ponte Sublicio) e una strada, la via Ostiense. La materia prima principale era il sale, che Roma commerciava in grandi quantità grazie alle saline organizzate dallo stesso sovrano.
Anco Marzio non era di carattere guerrafondaio come il suo predecessore, ma si riteneva un uomo vicino alla pace e alla religione. Gli piaceva essere definito re-sacerdote.
Al contrario di Tullo Ostilio, spinto dall'esigenza popolare di avere più tranquillità, limitò le guerre a quelle più necessarie (quelle contro i Latini) e etichettò queste come "guerre giuste", approvate dagli déi grazie ai Feziali, rituali religiosi con cui veniva dichiarata, iniziata e conclusa la guerra.
Anco Marzio morì nel 616 di morte naturale. Con lui terminò la successione regale dei sabini.
Il regno fu consegnato nelle mani del quinto re, l'etrusco Tarquinio Prisco.
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